martedì 17 luglio 2012

Quinta lettera aperta a Monti

Caro Presidente Monti,

dopo alcuni mesi di sofferto silenzio torno a scriverLe. Mi ero ripromesso un riposo più lungo, ma le Sue azioni sono troppo stimolanti per indurmi ancora al silenzio. Certo, per uno come il sottoscritto che ben conosce i «giochetti» delle dichiarazioni farlocche, le Sue affermazioni suscitano un po' di ilarità. Certo Lei non è disponibile a guidare ancora il governo, ma guarda caso tutta l'Europa, ma che dico il mondo, anzi il sistema solare si chiede, in preda al terrore, che cosa avverrà dopo Monti. L'unica cosa peggiore sarebbe rappresentata dal ritorno di Berlusconi. In realtà Lei prepara, grazie a giornalisti compiacenti (con relativi giornali) l'attacco alla Presidenza della Repubblica, dove salirebbe solo, ovviamente, per rendere un servizio al Paese. Se odiassi gli Italiani, non li stimo ma li amo, augurerei loro Mario Monti presidente della Repubblica.

Premesso che Lei non sarà ricordato per quanto ha dato alla scienza dell'economia perché il suo apporto è stato pari a zero; si tenderà purtroppo a nascondere il fatto che Lei ha collaborato con uomini di governo democristiani, sì proprio quelli che hanno combinato guai a non finire e che Lei, che quei guai collaborava a creare, critica sul presupposto che tutti noi non siamo a conoscenza del Suo passato. Un piccolo anticipo della sua lungimiranza: Lei allunga il periodo lavorativo, così fa cassa, ma dimentica che se chi ha un lavoro occupa il posto, chi lo dovrebbe sostituire rimane disoccupato. Non è che qualche Suo insegnante si è dimenticato, anni fa, di spiegarglielo? Lei ha fatto (cerco di evitare di occuparmi della Fornero per un senso di autodifesa sanitaria) una specie di riforma del diritto al lavoro. Ebbene, evito i termini del presidente di Confindustria, ma solo perché sono troppo leggeri e troppo generici. Pensi un po' che i posti non li crea la normativa del lavoro; quella li regolamenta, se ci sono. L'affermazione Sua e del Suo governo che la nuova normativa creerà posti di lavoro è la gemella di quella del milione di posti di lavoro di Berlusconi nel 1994. Sono intollerabili inganni nei confronti di un popolo che, purtroppo, non ha la dignità di prenderVi tutti a calci sul sedere... I Suoi amici, quelli che Lei deve tutelare, sono quelli che da ipocriti chiamate i mercati. La Goldman Sachs non è un mercato. Il fatto è che se i governanti dei vari Paesi non fossero in parte, ma in buona parte, invischiati con questi centri della finanza più bieca e squallida, gran parte dei dirigenti e dei loro collaboratori sarebbero già in carcere a scontare una lunga detenzione.

Quelli sono i Suoi amici. Il popolo italiano è solo un complesso di allocchi incapaci di reazioni fisiche. Perché se fosse capace di affermare la propria sovranità, Lei cambierebbe di colpo la canzone che oggi canta. Lei predica serietà, onestà, chiarezza, linearità... Ma già a gennaio avevo previsto, nella prima lettera che Le ho scritto, che Passera sarebbe stato indagato. E Lei si permette di fare a me, come a tutti noi, la paternale e non ha il minimo senso del rispetto nei confronti del cittadino che Le imporrebbe di allontanare dal governo il signor Passera. Si rende conto che il Ministro dello Sviluppo, oltre ad aver sviluppato la perdita di posti di lavoro, è accusato di aver evaso somme stratosferiche? E Lei pretende rispetto per un Governo che non rispetta se stesso e i cittadini che lo mantengono? Passera deve andarsene e la sua presenza è la dimostrazione di quali ambienti Lei è rappresentante. E Lei, signor Presidente della Repubblica, ha perso la voce? E Lei Monsignor Bagnasco perchè non viene in televisione ad indicarci Passera come esempio di uomo cattolicamente virtuoso. Già io non lo sono perché ho una sola famiglia, non ho esportato capitali all'estero, e non ho bellamente fregato fiscalmente lo Stato. Ed a questo punto ben mi vanto di non esserlo. La Chiesa cattolica, quella dei Passera, dei Formigoni, dei Gotti Tedeschi e dei corvi vaticani, fa proprio una bella figura. Oserei dire che potrebbe essere utilizzata durante un'omelia per meglio spiegare la parabola dei pani e dei pesci. Suvvia, caro Presidente, non penserà mica che siamo tutti cretini. Ma forse crede che non abbiamo capito che fino al momento in cui la Borsa varrà il 30% del valore originale, mancheranno alle tasche degli italiani ben trentacinquemila miliardi.

E Lei racconta che farà ripartire l'economia. Quelle due specie di giornali, Corriere e Repubblica, che per motivi opposti hanno lo stesso interesse, La coprono in tutte le Sue affermazioni con la penna di quella specie di giornalisti che vengono pagati solo per far sì che il lettore non sappia e, comunque, non capisca. Il problema è dato dalla sudditanza che molti, troppi, di Voi governanti avete nei confronti dei «mercati»;in sostanza di quei centri d'affari finanziari presso i quali esercitate qualche attività quando non riuscite ad avere poltrone governative. Ergo mi sembrate dei soldatini di stagno fermi sull'attenti. Sarebbe sufficiente che il cosiddetto salva-stati fosse munito di una «illimitata» capacità di spesa con l'obbligo d'acquisto dei titoli di debito pubblico che fossero collocati, riferendomi nello specifico ai decennali, oltre il punto e mezzo. Evidente appare che la quantità illimitata sarebbe di fatto solo teorica come in altra sede ho dettagliatamente spiegato. Continuo a ripeterlo anche perché non siete in grado di contraddirmi. É ovvio anche per i meno saputelli (per questo bastate voi!) che i «mercati», cioè i Vostri datori di lavoro futuri, sarebbero costretti ad investire ad un tasso inferiore. Così potrebbero, anzi sarebbero senza scelta, anche cominciare ad investire nelle Borse dando la possibilità agli investitori, costretti a fare da anni i cassettisti, di utilizzare i redditi ottenuti sui mercati (questi sì mercati) interni con il riavvio commerciale, e di conseguenza produttivo industriale o artigianale che sia, e la ricostruzione di un tessuto positivo di nuovi posti di lavoro. L'economia è semplice, caro Presidente. Quelli complessi e complessati sono gli economisti che, a dire il vero, non hanno quasi mai portato qualcosa di buono alla collettività. Altrimenti se tutti capissero come farebbero a vivere agiatamente? Si ricordi che Quesnay, uomo di grande spettro valutativo (se lo ha studiato) diffidava e metteva in guardia dalla finanza, perchè senza Dio e senza Patria.

Lei invece è letteralmente «intortato» in quel mondo e si capisce perchè. Lei sa solo parlare di numeri. Speri, speri che questo popolo, noto certo per essere pauroso, spesso vile, certamente privo in genere di attributi, non abbia un risveglio testosteronico, perché allora insegnerebbe a Lei, ed ai quattro cocchieri del nulla che sono gli ectoplasmi che guidano gli attuali partiti politici qualche dura punizione. Si ricordi, se ne è in grado, che prima iniziano i suicidi; questi sono i più deboli. Poi vengono i meno deboli e su questi Le posso consigliare qualche lettura storica. In particolare Le ricorderei Cromwell. Vede Squinzi, presidente di Confindustria oggi parla di un -2,4% del Pil. Ebbene a febbraio io parlai un -3% a salire. Ribadisco oggi che raggiungeremo il -3% e ripeto con grande probabilità lo supereremo. Ma è possibile che questo non le suggerisca nulla? É possibile che Lei parli dell'umiliazione di Berlusconi e dell'Italia a Cannes dimenticando che con un Presidente come Berlusconi era il minimo che potesse succedere? Ma via, in fin dei conti, Lei deve molto a Berlusconi. La Sua vicinanza negli anni '80 a certi esponenti democristiani e la Sua fama di massone (a questo proposito attendo da gennaio risposta sul punto) o quanto meno di persona nella «manica» dei massoni che contano, furono il vero trampolino di lancio a Commissario Europeo. Lo dico ben io che espressi chiaramente un giudizio negativo. Certo inutile con un Presidente membro della P2 e con il Capo della Lega in tutt'altre faccende affaccendato. Avevo voglia io di spiegare il perché della mia opposizione. A Berlusconi bastava che portassi quel voto che serviva per far eleggere Scognamiglio presidente del Senato. Io realizzai perfettamente il mandato ricevuto e, per mio principio, che Lei mai (e sottolineo mai) capirà, nulla chiesi e volli in cambio.

Non sono così sciocco da pensare che la signora Merkel e compagnia bella aderirebbero alla tesi che ho esposto. Ma vede, se la signora ama giocare, lo si fa fino in fondo. Questa vuole, perchè ne ha bisogno, un euro sostanzialmente debole per favorire le esportazioni tedesche. Certo Grecia, Portogallo, Irlanda hanno dato il loro contributo. Ma, data la loro dimensione, l'effetto non può prolungarsi nel tempo. Valutazione diversa si può fare per l'Italia e Spagna. Figlie entrambe di governi ridicoli e maggiordomeschi, con le loro dimensioni possono far durare a lungo la situazione di debolezza dell'Euro così, ovviamente, dissanguando l'Italia e la Spagna. Quando questi due Paesi languiranno nella miseria ed avranno riempito le tasche dei Tedeschi e dei «mercati» Suoi amici, allora si cercherà qualche altra vittima da immolare davanti ai canini del Conte Dracula. A questo punto bisogna porre e porsi una domanda: l'Euro è irreversibile solo per noi? Credo proprio di no. Ne consegue che la Germania e i Paesi ad essa collegati dovranno cambiare atteggiamento e ciò avverrà solo se capiranno che anche solo l'Italia non ha alcuna intenzione di dissolversi, ma che anzi è disposta a sparigliare le carte. É meglio una sofferenza forte e momentanea con un successivo rialzamento che una agonia lunga ed irreversibile. Se Papandreu avesse capito e tenuto duro sul referendum, il giorno prima, o al più il giorno dopo gli avrebbero steso i tappeti della totale solidarietà. Anche in politica, nazionale o internazionale che sia, è necessario avere fermezza e saper osare. Vede, caro Presidente (mi creda, saldato il mio debito con lo Stato fiscale posso ben chiamarLa caro) la gente che la sostiene si chiama, ad esempio, Enrico Letta. Sì, sì proprio lui, quello del pizzino... Ma ci rendiamo conto di quali mani ci governano. Quello, il Letta giovane, è il vice-segretario del PD ed in vena di far mostra della propria intelligenza politica dichiara che voterebbe il PDL piuttosto che Grillo. Certo godranno le baldracche (chiedo scusa le signore del Burlesque) d'Italia davanti a tanta sapienza e coscienza.

Quel Letta che dovrebbe solo ringraziare Grillo perché se non ci fosse tal valvola di sicurezza utile allo sfogo ed alla speranza, probabilmente avemmo qualche problema di ordine pubblico in più. Già l'ordine pubblico. In effetti è tipico dei baciapile cattolici e pseudo-democratici rispettare il popolo sovrano a suon di manganelli e pallottole di gomma quando il popolo medesimo, sodomizzato, s'infuria. Già se il popolo, affamato, impoverito, deriso, ingannato osasse protestare sarebbe assalito dai manganelli e da altri oggetti amichevoli. Ed i rappresentanti della Chiesa Cattolica (?) vostri soci deplorerebbero la... violenza del popolo. Certo che coloro che hanno dal greco antico coniato il termine democrazia, si stanno rivoltando nelle loro tombe. Ho citato, ricordandoglielo, Oliver Cromwell, poiché potremmo dividere la sua vita in due periodi nettamente distinti. Certo, crudele e spietato dittatore nel secondo, cui addiviene a seguito della difesa delle prerogative parlamentari lese dalla corruzione e dalla cecità di Carlo I e della sua marmaglia. 

Proprio queste due fasi dovrebbero far riflettere le amebe della nostra politica. Per questo termino citando il brano di una sua invettiva del 1653 in cui attaccava un parlamento che si era dedicato agli interessi personali tralasciando quelli pubblici: «È tempo per me di fare qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa: mettere fine alla vostra permanenza in questo posto, che voi avete disonorato disprezzandone tutte le virtù e profanando con la pratica di ogni vizio: siete un gruppo fazioso, nemici del buon governo, banda di miserabili mercenari, scambiereste il vostro Paese con Esaù per un piatto di lenticchie: come Giuda tradireste il vostro Dio per pochi spiccioli. Avete conservato almeno una virtù? C'è almeno un vizio che non avete preso? Il mio cavallo crede più di voi; l'oro è il vostro Dio; chi fra voi non baratterebbe la propria coscienza in cambio di soldi? É rimasto qualcuno a cui almeno interessa il bene del Commonwealth? Voi, sporche prostitute, non avete forse sporcato questo sacro luogo, trasformato il tempio del Signore in una tana di lupi con i vostri principi immorali e atti malvagi? Siete diventati intollerabilmente odiosi per l'intera nazione: il popolo vi aveva scelto per riparare alle ingiustizie, siete voi ora l'ingiustizia! Ora basta! Portate via la vostra chincaglieria luccicante e chiudete la porta a chiave. In nome di Dio andatevene!».

Cordialmente, Renato Ellero
renato.ellero@gmail.com

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